Certo!!
Il termine
Generalmente, si parla di cannibalismo come atto rituale all'interno di culture primitive, mentre l'antropofagia designa semplicemente l'atto di mangiare carne umana.
Il termine cannibalismo nasce da una confusione. Quando Cristoforo Colombo approdò a San Salvador, la prima popolazione che incontrò furono gli indiani Arawak, che egli stesso descrisse come sinceri, miti, pacifici e generosi. Cariba voleva dire, nel loro linguaggio, "coraggioso". Sentendo la parola, Colombo credette di riconoscervi caniba, canis, e la accostò al termine "cinocefali", uomini selvaggi dal muso di cane di cui racconti di viaggio e romanzi parlavano fin dall'antichità, collocandoli in estremo oriente, ma non solo, e facendone spesso i maschi delle amazzoni.
Il termine nacque in questo modo e, man mano che gli esploratori europei venivano a contatto con le reazioni bellicose dei popoli amerindi, si caricò del significato di "uomo che mangia altri uomini", anche se il senso fu molto più fantasticato che verificato.
Il pensiero magico che fa da sfondo al cannibalismo assume che il mangiare carne umana conferisca al mangiatore i poteri del cibo. Si distingue perciò l'"endocannibalismo", che consiste nel mangiare membri defunti del proprio gruppo per non disperderne le risorse magiche, dall'"esocannibalismo", che consiste nel mangiare membri di un altro gruppo per appropriarsi delle loro risorse magiche, impoverendo contestualmente il gruppo nemico .
Cannibalismo nel regno animale
Nel mondo animale il cannibalismo non è infrequente: le ragioni risiedono solitamente nella sovrappopolazione, nella scarsità di risorse alimentari, nella necessità di eliminare cuccioli imperfetti, che trasmetterebbero alla specie un patrimonio genetico alterato, oppure, sempre in chiave genetica, nell'istinto del maschio di eliminare i precedenti cuccioli che la femmina ha avuto da un altro maschio.
Alcuni esempi:
molti mammiferi (i criceti, ad esempio) divorano i propri cuccioli nati imperfetti;
il leone divora la precedente cucciolata della femmina, così da eliminare il patrimonio genetico del precedente maschio e replicare il proprio;[citazione necessaria]
le api: in caso di scarsità o di cattiva qualità del polline, si osserva nell'alveare cannibalismo delle larve più giovani di 3 giorni: ciò consente alle operaie di utilizzare le proteine così recuperate per completare lo sviluppo della covata più vecchia, limitando nel contempo la domanda di polline e lo sviluppo numerico dell'alveare;
la mantide religiosa divora il proprio compagno durante l'accoppiamento, anche qui per far fronte alla maggiore domanda di proteine derivante dalla deposizione delle uova. Alcuni altri insetti, ad esempio, hanno sviluppato un sistema di difesa dal cannibalismo della femmina consistente nel portarle una piccola preda da divorare durante l'accoppiamento, in modo da aver il tempo di fuggire.
Cannibalismo umano
Cannibalismo in Brasile nel 1557, riferito da Hans Staden.Del cannibalismo rituale si è detto sopra. Esistono reperti archeologici di ossa umane variamente manomesse che sembrano attestarlo, anche se non ci sono documenti che spieghino veramente le ragioni delle manomissioni. Per questo l'antropologo William Arens ha negato l'esistenza del cannibalismo, definendolo mito, del quale mancano prove materiali concrete: resta uno dei grandi tabù del pensiero umano, più dell'incesto, e può affiorare come atto materiale in situazioni di gravi psicopatologie.
Tuttavia il dibattito sulla esistenza di società con pratiche cannibalistiche è viziato in parte dal bisogno di fornire localemente interpretazioni culturalmente politically corrected, e più in generale dall'esigenza di alcuni studiosi e istituti di ricerca di non offendere i presunti discendenti di queste popolazioni. Per esempio i reperti archeologici degli indiani Anasazi, discussi più avanti, sono stati risepolti, con una apposita cerimonia ufficiata da capi religiosi degli indiani Pueblo. Viceversa nella cultura europea l'ipotesi di un cannibalismo da parte dei neandertaliani europei non suscita particolari emozioni.
Cannibalismo neandertaliano
Per contro, si suppone di aver trovato resti cannibalici solo nelle grotte abitate dall'uomo di Neanderthal e questo sarebbe considerato uno dei motivi per cui questa specie diversa dall'homo sapiens si estinse. Ma questa teoria è poco credibile per via di nuovi risultati archeologici che non fanno pensare al cannibalismo.
Indiani Anasazi
L' analisi di reperti scoperti in siti archeologici abitati tra il 1150 e il 1200 d.C. dagli indiani Anasazi, in America, confermerebbero l' esistenza di cannibalismo presso questo popolo. La prime indicazioni di ritrovamenti cannibalici venne divulgata nel 1967 ad opera del bioarcheologo Christy G. Turner, ma prove più concrete furono fornite dopo esami biologici al miscroscopio elettronico, condotti negli anni '90. Da tali esami risulta che le ossa furono bollite in pentole, ed in un recipiente di cottura vennero ritrovate tracce di mioglobina umana, una emoproteina presente nei muscoli.
Cannibalismo mortuario
Nella letteratura antropologica riguardante popolazioni definite primitive e nei racconti di esploratori prevalentemente scritti fino alla metà del secolo scorso, si trovano descrizioni di cannibalismo rituale, funebre, in cui il cadavere di un defunto viene cucinato e mangiato dai suoi discendenti e/o dalla gente del suo villaggio.
A metà del decennio 1980 l'antropologa Beth Conklin visse due anni nella foresta pluviale brasiliana, in un villaggio degli indigeni Wari, che costituivano una piccola popolazioni di circa 1500 persone viventi nella foresta amazzonica occidentale brasiliana . Nella relazione che l'antropologa scrisse, riferì di aver assistito a riti mortuari con pratiche cannibalistiche.
In epoca storica, sono noti episodi di cannibalismo sostanzialmente riconducibili a due ordini di ragioni:
Géricault, la zattera della Medusa
Sopravvivenza
In tempi sui quali la documentazione è più aleatoria, sono stati tramandati racconti di cannibalismo per sopravvivenza: così per la Grande carestia del 1315-1317 o in storie di naufragi. Per episodi documentati in epoca moderna si vedano invece:
nel 1816, a seguito del naufragio della fregata La Medusa, 139 marinai e soldati rimasero bloccati su una zattera per 13 giorni, praticando l'antropofagia per sopravvivere. I sopravvissuti furono 15.
nel 1846, la carovana Donner diretta in California commise l'errore di abbandonare la pista conosciuta per una scorciatoia che si rivelò disastrosa. Per mesi gli 87 viaggiatori dovettero affrontare deserto, bufere di neve e attacchi degli indiani; in alcuni episodi sfortunati persero cavalli e viveri. Lentamente, cominciarono a morire e a nutrirsi dei cadaveri. L'episodio è citato da Jack Nicholson (nel ruolo di Jack Torrance) all'inizio del film Shining.
nel 1972, in seguito ad un incidente aereo (vedi Disastro aereo delle Ande), una squadra di rugby uruguayana rimase isolata per 72 giorni su un ghiacciaio delle Ande, prima di ricevere soccorsi. I 16 sopravvissuti sopravvissero cibandosi dei loro compagni morti.
Carestia
Soldati finlandesi mostrano la pelle di soldati russi mangiati dai loro commilitoni a Maaselkä.Durante le gravi carestie, una parte delle vittime può arrivare a nutrirsi di cadaveri nel tentativo di sopravvivere. Il fenomeno si verifica soprattutto nelle carestie improvvise e impreviste, in cui il cibo viene a mancare completamente; gli affamati sono ridotti a cibarsi di topi, rospi, erba, corteccia e foglie degli alberi. Si verificherebbero anche casi di alterazione psicologica dovuta alla fame, che possono portare ad atti criminali (si uccide per mangiare la vittima) .
Il cannibalismo è descritto nella carestia russa del 1921-1923 , nell'Holodomor (carestia-genocidio) in Ucraina del 1932-1933, nella carestia cinese del 1960 e in Corea del Nord in seguito alla carestia del 1993-1995 . Nelle suddette carestie, in cui si contarono milioni di morti, i casi di cannibalismo furono dell'ordine delle migliaia e si verificarono anche atti criminali in cui bambini vennero rapiti e uccisi allo scopo di venderne la carne, spacciandola per carne di origine animale, ai prezzi altissimi determinati dalle carenze di cibo.
Durante l'Assedio di Leningrado del 1941, da 600 000 a oltre un milione di persone morirono di freddo, stenti e fame. Il comportamento degli abitanti fu studiato da un'equipe di medici, che rilevarono come il cannibalismo fosse diventato una pratica di sopravvivenza comune senza distinzioni di classe sociale, sesso o età; gli arresti con l'accusa di cannibalismo erano circa mille al mese.
L'isola dei cannibali (Ostrov ljudoedov) è il nome che abitanti locali diedero all'isola di Nazino, nel cuore della siberia, ed è il titolo del libro di Nicolas Werth che ne narra la storia, ricavata dagli archivi sovietici. Nel 1933, furono condotti esperimenti sociali di sopravvivenza, che videro migliaia di "elementi socialmente nocivi" deportati in aree completamente disabitate e prive di mezzi di sussistenza, allo scopo di identificare un metodo di colonizzazione del "Far East" sovietico. Sull'isola di Nazino, furono trasferite 13.000 persone: quasi tutte morirono d'inedia, freddo e fame, si uccisero a vicenda o furono giustiziate. Gli episodi di cannibalismo erano all'ordine del giorno.
Criminalità o psicopatologia
Il fatto recente più noto è la storia dello studente giapponese Issei Sagawa, che nel 1981 divorò una parte della sua amica olandese, a Parigi.
Quella che segue è invece una lista di criminali condannati per assassinio,